Perché leggere "Le Argonautiche" oggi?
10 aprile 2022
"Le Argonautiche" di Apollonio Rodio iniziano come tutte le storie del mondo: un eroe che riceve un compito che determinerà il suo destino. Ciò che viene quindi fissato per primo è l’OBIETTIVO che il protagonista deve raggiungere, in questo caso il Vello d’Oro. Tuttavia, l’obiettivo principale richiede, per essere realizzato, che vengano raggiunte delle tappe intermedie, che permetteranno agli eroi di assumere le competenze e le conoscenze necessarie a poter portare a termine la missione finale.
La vicenda inizia con un eroe, ma al centro della vicenda degli Argonauti c’è il LAVORO DI SQUADRA. Se l’equipaggio non fosse stato così variegato, così diverso per abilità, ma anche così unito nel raggiungimento dell’obiettivo, Giasone non avrebbe mai potuto tornare a Iolco con il Vello d’Oro.
In questa vicenda vediamo poi rappresentate diverse tipologie di LEADER: Giasone, Eete, Pelia e Cizico. Giasone secondo la mentalità antica era un leader quasi perfetto, la sua unica pecca è la sua hybris iniziale, ossia l’arroganza con la quale si presenta alla corte di Pelia, arroganza che determinerà di fatto l’inizio della sua avventura.
Cizico, sovrano dell’omonima isola, rappresenta il rischio che per un leader può costituire il fatto di abbassare la guardia e cedere alle proprie paure: è sufficiente che un evento casuale come l’urlo di Pan scombussoli gli equilibri, per far sì che l’ossessione di Cizico di essere invaso dai suoi nemici lo porti a combattere contro il proprio migliore amico Giasone e perire in battaglia.
Altro tema centrale nella vicenda è l’AMORE, e le follie che si arrivano a compiere nel suo nome. Di questo è indubbiamente esempio Medea, la quale, pur di stare al fianco di Giasone, uccide prima il fratello facendolo a pezzi, poi convince le figlie di Pelia a trucidare il padre e, infine, toglie la vita anche ai propri figli. Tutta questa crudeltà derivante dall’amore non ci deve stupire: per gli antichi, infatti, l’amore era una delle principali cause della perdita di controllo, perciò era parte dell’educazione insegnare a diffidare sempre delle idee che vengono quando si è innamorati.
Ma a far fare follie a questa coppia scellerata ancor più che l’amore è l’AMBIZIONE smisurata: Giasone vuole la gloria, l’indipendenza e, infine, la vendetta; Medea desidera l’amore, ma anche il potere e la libertà dal padre.
Agli occhi di noi contemporanei questa coppia rappresenta un monito contro l’ambizione sfrenata, che ci rende ciechi davanti a ogni cosa, anche davanti all’umanità.
Cosa impariamo dunque dalla vicenda dei nostri Argonauti? Impariamo che un OBIETTIVO non si raggiunge mai dall’oggi al domani, che senza lavoro di SQUADRA non si va lontano, che l’AMORE è un bel sentimento quando non sfocia nell’ossessione, che un vero LEADER deve essere equilibrato e leale e che un’AMBIZIONE troppo elevata non può che portare alla rovina.
Anna Righetti